lunedì 11 maggio 2015

La mala educación

E' il fenomeno di massa che più di ogni altro ha modificato lo stile di vita della maggior parte delle persone attorno a noi, e ha modificato anche la mia.
Sono un fotografo e sono aperto a tutto ciò che è innovazione e miglioramento.
Sono un professionista e sono abituato ad affrontare impegni e situazioni differenti per tipologia di servizio fotografico e condizioni logistico-ambientali.
Oggigiorno il progresso e i cambiamenti sono la vera quotidianità. Si susseguono rapidamente tanto che a volte ho paura di non reggerne il ritmo, ma sono convinto che i cambiamenti siano sempre positivi quando non rappresentino condizionamento e irretimento della persona fino a renderla inconsciamente schiava.
E così da professionista mi sono progressivamente scoperto a dover affrontare e risolvere il problema dell'invasione massiccia e dell'abuso di utilizzo di smartphone senza rispetto alcuno per le persone e per il mio lavoro.
Per un fotografo talvolta gli istanti per decidere ciò che deve fare sono pochi e basta una mano con uno smartphone (quando non è addirittura tutta la persona) davanti alla fotocamera per rovinare irrimediabilmente un'inquadratura importantissima e a pregiudicare un'intera fase di un evento.
Spesso chi vuole scattare una foto o riprendere un video neppure si pone la questione e si piazza dove meglio ritiene.
Per quanto mi riguarda, questo fenomeno è ormai degenerato nella mania di possesso di immagini e del loro utilizzo isterico. La necessità compulsiva di un selfie con la sposa di turno o la smania di cattura di un istante ritenuto importante; non c'è differenza, ma ciò che conta è farlo, senza porsi troppe domande.
Se poi si causano danni a un professionista e conseguentemente ai suoi clienti, beh, secondo la prassi corrente la frase di rito è: "Oh! Mi scusi! Non volevo"

Ma intanto...chi se ne frega! Io ho la mia fotina...che magari cancellerò subito se non è venuta bene, o domani, quando sarà passata la festa e di quella foto non mi interesserà più nulla.