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martedì 2 aprile 2013

Rocce, ghiaccio e stambecchi




Una giornata sulle Alpi Orobie con le macchine fotografiche a tracolla: Valbondione-rifugio Coca-lago di Coca e ritorno.


Foto Corrado Cascone - all rights reserved


La salita al rifugio Coca è molto impegnativa: 900 metri di dislivello che non lasciano un attimo di respiro, dall'abitato di Valbondione in alta Val Seriana (BG) fino ai 1892 metri del rifugio.
Il panorama che ci si trova dinnanzi una volta giunti in quota è spettacolare. Niente a che spartire con certe valli alpine "patinate", qui a stupire è la durezza del paesaggio, grezzo, quasi lunare.

Foto Corrado Cascone - all rights reserved
A poche decine di minuti dal rifugio si può raggiungere il piccolo Lago di Coca (2108 mt) incastonato tra le tre cime più alte delle Orobie: Pizzo Coca (3050 mt), Pizzo Redorta (3038 mt) e Punta Scais (3038 mt). L'inverno mette in risalto tutta la spettacolarità del luogo e le tonalità scurissime delle rocce, il contrasto col ghiaccio e la scarsa vegetazione di color bruno non fanno che accentuare la severità delle vette circostanti.


Foto Giorgio Martini - all rights reserved
In questo contesto è facile incontrare un branco di stambecchi muoversi liberamente nella vallata. Con un po' di discrezione è possibile avvicinarsi e osservarli con attenzione: si muovono con sicurezza, l'incedere fiero e solenne, per nulla intimoriti dalla presenza di due estranei.
Quello è il loro territorio e lo sanno bene. I due fotografi "in visita" se ne torneranno presto da dove sono venuti, con gli occhi pieni di bellezza e un pugno di immagini da mostrare a chi ne avrà curiosità.


Foto Giorgio Martini - all rights reserved





E' possibile visualizzare la galleria completa dell'escursione sulla pagina Facebook dello Studio o sul profilo di Google+ della Studio di Fotogiornalismo Ray Clever.

giovedì 13 settembre 2012

Monumenti naturali

www.rayclever.com
Ray Clever Photographers - www.rayclever.com


La natura e l'uomo spesso intrecciano i propri percorsi. Cosa sarebbe di certi scorci di Roma senza le sagome dei pini marittimi o le campagne toscane private dei filari di cipressi che nell'immaginario collettivo ne rappresentano un elemento insostituibile?
La natura e i luoghi in cui l'uomo si è insediato entrano in relazione e instaurano un rapporto di reciproca valorizzazione: alberi secolari che sanno affascinare tanto quanto le dimore che li ospitano, siano queste castelli, resort o ville e che questi luoghi spesso incorniciano alla perfezione.

 Le dimore storiche ospitano spesso gli esemplari più speciali di un territorio, li custodiscono proteggendoli, dal momento che possono godere della splendida anomalia che antepone la Bellezza alle logiche dell'utilità e della praticità. Quanti magnifici esemplari sono stati sacrificati dalle amministrazioni pubbliche per far posto a parcheggi o nuove strade?

Gli alberi hanno memoria. E sanno rappresentare popoli e luoghi.
Un caso esemplare è costituito dai due splendidi gelsi secolari presenti presso la corte d'onore del Castello di Pomerio di Erba (CO), edificio di origine medievale che nei secoli ha cambiato diverse volte proprietà e subito numerosi interventi di restauro, rifacimento e ampliamento delle strutture.
I due gelsi bianchi sono una testimonianza di quando la dimora è stata trasformata in filanda, nel periodo in cui la produzione serica era una delle attività produttive più importati della Brianza e di cui Como è stata, fino a non molti decenni fa, capitale indiscussa.

 La vocazione del Castello di Pomerio è col tempo tornata a essere quella dell'accoglienza, ma i due alberi sono rimasti nel cortile diventando parte integrante della struttura, completando e sottolineandone la bellezza e l'armonia. In tutta la provincia non esistono due esemplari di tale valore e se sono sopravvissuti per oltre due secoli è anche grazie all'edificio che li custodisce gelosamente.

I due gelsi del Castello di Pomerio ne rappresentano l'identità: l'identità dell'edificio storico come l'identità della popolazione del comasco. Rappresentano e ricordano alle persone di questa zona il legame con la terra, la storia dell'alto artigianato legato alla produzione della seta, la cultura e la tradizione di una intero territorio.