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sabato 22 febbraio 2014

La meraviglia e lo stupore

Sono nato nel 1970 e quando ero bambino la televisione come oggi la conosciamo in pratica quasi non esisteva.
I cartoni animati dell’era moderna non erano ancora stati inventati e passavamo le nostre giornate senza i miti della TV.
A sei anni vivevo e mi divertivo davvero con poco: scuola, calcio nella strada, biciclette (sempre riparare), qualche gita domenicale con la famiglia e poco altro ancora. Era un mondo molto diverso, totalmente agli opposti di quello attuale. Credo, anzi ne sono sicuro, che i ragazzi nati nel ’70 appartengano a una generazione davvero particolare, e vi spiego il motivo.
Di lì a poco sugli schermi dovevano esplodere quattro enormi successi planetari destinati a cambiare per sempre il mondo della cinematografia.
Era il 1976, avevo sei anni quando mio padre mi portò a Milano a vedere King Kong, il King Kong quello più bello, che fece piangere tutti, con gli effetti speciali di Carlo Rambaldi vincitori dell’Oscar, con Jessica Lange e Jeff Bridges.
Un anno dopo ancora al cinema, schermo totalmente nero, poi lo spazio infinito e musica sinfonica esaltante sule cui note scorreva un testo che narrava le imprese dell’Alleanza Ribelle contro l’Impero Galattico. Guerre Stellari!
A quasi un anno esatto di distanza dopo guerre stellari la Rai diede il via a una campagna pubblicitaria di un evento storico, una novità assoluta e un cambiamento radicale per la TV dei bambini. Si parlava di un cartone animato giapponese, qualcosa di mai visto e impossibile da immaginare, nessuna anteprima, solo annunci e la curiosità, è proprio il caso di dirlo, era alle stelle. Tutti, e quando dico tutti intendo proprio tutti, ci domandavamo di che potesse trattarsi. Fu per un pomeriggio di Aprile, fu qualcosa di indescrivibile: Goldrake!
1979, ancora al cinema, mio padre mi disse che stavolta c’era da rimanere a bocca aperta, perché avrei visto un super uomo, velocissimo, fortissimo, addirittura in grado di volare! Superman! Io non potevo credere a ciò che vedevo e ancora oggi il ricordo è nitido, indelebile.

Sapete, avevo solo nove anni e nel 1979 i ragazzi come me vissero qualcosa che non poterono vivere quelli che vennero dopo di noi. Passammo da Carosello, Topolino e Braccio di ferro a King Kong, Guerre Stellari, Goldrake, Superman.
Fu l’inizio di una nuova era, furono quattro anni che cambiarono il mondo. Quattro eventi talmente importanti da non essere ancora stati superati e che rappresentano monumenti colossali nel mondo del cinema e della TV.
Oggi a distanza di anni mi rendo conto del reale valore di ciò che ci fu dato di ammirare. Mi rendo conto che quei quattro prodotti della fantasia furono concessi a noi e solo a noi. Rappresentarono il nuovo, come storia o come effetti cinematografici, e dopo di loro fu solo un’evoluzione basata sui concetti introdotti da quelle quattro meraviglie.
Ma chi aveva mai visto prima di allora un gorilla gigantesco come King Kong, un’astronave come quelle di Guerre stellari o robot VERI muoversi e parlare? Ma chi di noi aveva abbastanza fantasia per pensare all’esistenza di un cartone animato come Goldrake? Ma chi a nove anni avrebbe immaginato di andare al cinema e vedere Superman volare?
Se ripenso a me in quegli anni posso dire di aver provato sensazioni che oggi sicuramente non possono più essere provate: MERAVIGLIA! STUPORE! INCANTO!
Esatto, meraviglia, stupore, incanto, tutte sensazioni che oggi non riesco più a provare riferendomi al grande e al piccolo schermo.

La mancanza di queste sensazioni elementari ma necessarie attanaglia ormai la maggiorparte delle persone; quasi nessuno più prova meraviglia o stupore al cinema. Si è già visto quasi tutto e l’apporto del digitale ha annullato ogni limite umano e ogni effetto sorpresa, anzi, a volte le scene sono talmente banali e grossolane da darmi fastidio. Non c’è nulla che non si possa creare e non c’è più nulla che ci colmi di stupore. Si può andare al cinema e vedere un film splendido, ma l’incanto no, non ci appartiene più.
Non si va più al cinema rimanendo a bocca aperta e non si applaude più per Ian Solo che ritorna in battaglia col Millennium salvando Luke Skywalker e non si esulta più quando Luke distrugge la Morte Nera. Si, avete letto bene: quando la Morte Nera venne disintegrata in quel cinema di Milano nel 1977 esplose un vero boato con persone in piedi ad applaudire.
L’impatto di ciò che vidi in quei quattro anni fu talmente potente in me che ancora oggi di tanto in tanto col pensiero rivedo scene di quei Colossal, ripercorro le storie avvincenti, ne riascolto mentalmente i dialoghi e sorrido.
Ancora oggi cerco la meraviglia in ciò a cui assisto e sono pronto a lasciarmi travolgere dello stupore. 

Forse è proprio questo bisogno di emozioni che mi ha spinto a diventare un fotografo.

Corrado Cascone

lunedì 26 novembre 2012

il grande schermo


Immagine dal sito www.historyshots.com


Amo la folla qui domenicale,
che in se stessa rigurgita, e se appena 
trova un posto, ammirata sta a godersi 
un poco d’ottimismo americano.

Sento per lei di non vivere invano,
di amare ancora gli uomini e la vita.
[...]

Umberto Saba, da Il canto dell'amore (una domenica dopopranzo al cinematografo)

C'è chi al cinema va in compagnia, si siede in fondo alla sala e sgranocchia popcorn e noccioline, chi ha il proprio posto fisso e si innervosisce se un altro spettatore glielo soffia.
C'è chi al cinema va per rilassarsi, chi per provare emozioni forti, chi per evadere, chi per nascondersi.

Non mi capita spesso di farlo, ora, ma il mio modo preferito di andare al cinema è sempre stato quello di entrare a luci già spente, quando il buio in sala è totale - c'è sempre qualche secondo di buio totale prima che appaiano i primi titoli - sedermi in prima fila e essere investito dalle immagini del grande schermo. Dalla prima fila ci si immerge meglio nella storia, le immagini arrivano prima, il vociare del pubblico è lontano, quasi un rumore di fondo.

E' un piacere assoluto, andare al cinematografo, e non c'è impianto home video che tenga.
Il cinema (al cinema) è un'altra cosa.