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sabato 17 gennaio 2015

Il Sale della Terra



Ieri ho visto il film ufficiale sulla vita e le opere di Sebastião Salgado, secondo me il più grande fotogiornalista mai esistito e ancora in vita.

Il film è molto denso, portatore di speranza, narrativo, e raggiunge punte di drammaticità difficili da raccontare se non grazie a immagini come quelle del brasiliano.

Ve lo consiglio, anche se tra gli attori non c'è nessuno di famoso e bello...



giovedì 26 giugno 2014

LOMO




Fare fotografie credo sia la cosa più semplice che chiunque possa fare in questo particolare periodo della storia dell’umanità. Oggi niente è facile come scattare una fotografia. Ho letto un articolo che riportava in megabyte la quantità giornaliera di dati immagazzinati con le sole fotografie e mi sono spaventato.
Inteso come singolo istante catturato, la foto sembra avere un’importanza tutta sua, disgiunta da esigenze artistiche o documentative. Si punta la fotocamera, si pigia il pulsante di scatto e il gioco è fatto. E mi perdonerete la rima. Indagare quale sia lo spirito che ci muove a un gesto simile sinceramente non mi interessa, ma mi corre l’obbligo di ricordare a tutti che c’è una corrispondenza seppur minima con un altro periodo storico che generò un nuovo mondo e, come conseguenza, un nuovo modo di vivere la fotografia.
Si chiamava Lomo, era una macchina fotografica concepita per essere diffusa tra la classe popolare sovietica. Costava poco, era spartana e per lo più plasticona, ma aveva la genialità inside: quelli che ritirarono le prime stampe si trovarono di fronte a colori strambi, bianchi e neri assurdi, contrasti esasperati, nitidezza assente, fuori fuoco incontrollabili e vignettature degne di un televisore vecchio di 30 anni, con lo schermo bruciacchiato dal troppo fumo di schifose sigarette consumate in una grigia stanzetta di un motel a Togliattigrad.
Cosa stavo dicendo? Non importa, tanto era una cazzata. Ah si, la Lomo!
Passato lo ‘sghibottimento’ generale qualcuno si accorse che quella roba di plastica era una figata, da sballo. Siccome non aveva un vero sistema di messa a fuoco allora ci fu chi decise di non inquadrare nemmeno. Macchine fotografiche impugnate e puntate a qualsiasi altezza e con qualsiasi angolazione. La casualità diventava l’elemento dominante. Non fregava un cacchio a nessuno, si scattava senza menate a ciò che piaceva cercando luci impossibili da percepire ad altezza d’uomo, si consegnava il rullino al fotolab, e quando si ritiravano le stampe di sicuro il capolavoro era compreso nel pacchetto. Il capolavoro, appunto, c’era sempre, dovuto alle intuizioni spesso geniali di persone già di per se dotate di sensibilità artistica e talento creativo. Niente schemi rigidi, niente regole fotografiche, solo l’istinto puro e la voglia di divertirsi. Sorsero circoli Lomo, si organizzarono esposizioni fotografiche, vennero stampati libri e addirittura fu redatto uno specifico statuto ancora oggi in vigore. Nata per i meno abbienti, Lomo era diventata leggenda senza assumere l’etichetta di status symbol, senza essere Leica. Ecco, Lomo fu questo, e la cosa bella è che l’attuale modo di fotografare legato anche e sopratutto agli smartphone ha riportato in superficie la possibilità di scattare liberamente, di sperimentare e ottenere immagini non convenzionali e dal forte impatto visivo. Ho visto gallerie fotografiche realizzate con l’utilizzo di smartphone degne di essere esposte in mondovisione tanto erano splendide, ipnotiche. Non mi importa se tutto questo è possibile grazie a dei software, a me importa poterlo fare!
Come fotografo sono felice per la voragine aperta su nuovi universi creativi dalle moderne soluzioni digitali. Ma sono contento solo per questo.
Ciò che invece mi deprime è che, come al solito, una massa consistente di rompicoglioni ha preso a girovagare senza requie e senza rispetto a destra e a manca, scattando senza senso a qualsiasi cosa si muova o luccichi. Scattano foto a tutto, non se ne domandano il perchè, poi si corrono incontro ridendo come ebeti per mostrarsi a vicenda la loro cagata, che sempre più spesso è un ridicolo selphie.
Per loro niente gallerie fotografiche, niente genialità, niente simpatia…solo la certezza che il frutto della loro aberrazione mentale sarà cancellato dalla memoria del proprio smartphone nel giro di qualche ora. Perché si sa, scattare foto non costa nulla e a far foto son bravi tutti, deficienti compresi.

venerdì 9 maggio 2014

Takeshi Shikama in Italia


copyright Takeshi Shikama - shikamaphoto.com


Takeshi è un fotografo giapponese. Si è dedicato alla fotografia dal 2002 dopo una carriera nel campo del design. Le foreste lo hanno attirato fin da subito stimolando la sua passione per il grande formato. E’ il mondo invisibile, quello nascosto dietro il visibile che Shikama cerca di ritrarre. Il suo primo lavoro è stato pubblicato nel 2007 come Silent Respiration of Forests. Questo progetto è stato l’avvio di quella che è diventata la ricerca della sua vita. Nel 2008 ha lavorato ad una nuova serie, Utsuroi – Evanescence, costituita da quattro parti: Foreste, Campi Fiori di Lotus e Giardino. Nel 2009 aggiunge a queste una quinta parte: Paesaggi.
Ho visitato personalmente una sua mostra e sono rimasto impressionato dalla precisione delle stampe nelle quali nessun dettaglio si perde ma contribuisce a rendere la scena uniforme e ben equilibrata.

Takeshi sarà a Brescia dal 31 maggio al 22 giugno alla Wave Photogallery con Rustling of the Forest. Vi consigliamo di esserci!

giovedì 29 novembre 2012

Foro stenopeico






La tecnologia si evolve rapidamente e siamo sempre a caccia dell'ultimo obbiettivo ultraluminoso o del software più avanzato, ma alle volte fare per gioco qualche "passo indietro" può essere molto utile (e divertente).

Una macchina fotografica di cartone per pellicole 35mm. Semplice e geniale.
Si tratta solo di decifrare le istruzioni di montaggio in giapponese e siamo pronti.

Grazie mille a Davide e Desiree per l'occasione.





martedì 13 novembre 2012

Per me la fotografia è...




L'innocenza dei bambini spesso ci obbliga a cambiare il nostro punto di vista, a lasciar cadere sovrastrutture e sofisticazioni per arrivare all'essenziale.
Abbiamo chiesto a degli alunni di quinta elementare coinvolti in un laboratorio di fotografia da noi tenuto e organizzato dalla libreria di via Volta in collaborazione con la Direzione Didattica di Erba, che cos'è per loro la fotografia.

Riorganizzando i pensieri dei bambini emerge un disegno chiaro ed essenziale:

La fotografia è un'immagine (Andrea S.)
La fotografia è un ricordo (Rachele T.)
La fotografia è un'immagine più bella (Fabrizio B.)

Ineccepibile, la fotografia è tutto questo, ma anche altro. I bambini, prima ancora di ascoltare le nostre parole, ci sono arrivati da soli.

La fotografia è una passione dell'uomo (Sara V.)

Per me la fotografia è un'arte (Fawaz)

Passione e Arte, Arte e Passione muovono il fotografo nella costante ricerca della foto perfetta.
Questa è stata la lezione più importante che abbiamo cercato di comunicare ai giovani alunni, oltre alle nozioni tecniche fondamentali.

Forse non tutti i ragazzi metteranno in pratica i nostri insegnamenti, ma è certo che qualcuno di loro ha già l'istinto e la creatività che tutti i fotografi devono avere.

Per me fotografare significa... esprimere le mie idee su quello che mi piace, e su cose un po' strane e fantastiche oppure fotografare i passaggi della mia vita e ammirare i paesaggi di mare, collina. (Margherita G.)

"Esprimere le mie idee su quello che mi piace, e su cose un po' strane e fantastiche...", il fine ultimo è proprio questo, complimenti Margherita.


mercoledì 29 agosto 2012

Nulla di importante

Nulla di importante,
un momento di quelli in cui non succede nulla.
Chissà, forse la sposa tornava alla festa e ai suoi invitati dopo un leggero ritocco al trucco.
Non saprei dire, non ricordo.
Ho solo chiaro in mente l'attimo in cui la vidi camminare alzandosi leggermente l'abito, passare accanto all'agave e poi allontanarsi appena sfiorata da una lama di sole.
Nulla di importante...solo una fotografia.

foto: www.rayclever.com
All rights reserved

giovedì 9 agosto 2012

Esistere

una ha linee forme e colori, l'altra anche.
una descrive un'idea, l'altra anche.
una racchiude un sogno, l'altra anche.
una porta i segni del tempo, l'altra anche.
una é l'espressione artistica di un fotografo, l'altra anche.
una esiste, l'altra anche.....


    

              foto: corrado cascone per ray clever photographers
                                     all rights reserved


lunedì 9 luglio 2012

La luce

Il lavoro che ci ha portato ad avere la selezione delle migliori foto realizzate durante il servizio fotografico per le nozze di Daniela e Maurizio è terminato.
Siamo soddisfatti: ci troviamo di fronte ad un lavoro davvero ottimo.
Pubblichiamo un'immagine che rappresenta la sintesi di quanto fotografato: i due novelli sposi escono mano nella mano e si avviano all'uscita della chiesa.
Molto suggestiva la luce che dona corpo e anima all'inquadratura enfatizzando la sagoma dei due ragazzi e ponendo in risalto il rosone e le decorazioni dello splendido Duomo di San Pietro e Paolo in Lissone.

foto: Ray Clever Photographers
All right reserved