giovedì 29 novembre 2012

Foro stenopeico






La tecnologia si evolve rapidamente e siamo sempre a caccia dell'ultimo obbiettivo ultraluminoso o del software più avanzato, ma alle volte fare per gioco qualche "passo indietro" può essere molto utile (e divertente).

Una macchina fotografica di cartone per pellicole 35mm. Semplice e geniale.
Si tratta solo di decifrare le istruzioni di montaggio in giapponese e siamo pronti.

Grazie mille a Davide e Desiree per l'occasione.





lunedì 26 novembre 2012

il grande schermo


Immagine dal sito www.historyshots.com


Amo la folla qui domenicale,
che in se stessa rigurgita, e se appena 
trova un posto, ammirata sta a godersi 
un poco d’ottimismo americano.

Sento per lei di non vivere invano,
di amare ancora gli uomini e la vita.
[...]

Umberto Saba, da Il canto dell'amore (una domenica dopopranzo al cinematografo)

C'è chi al cinema va in compagnia, si siede in fondo alla sala e sgranocchia popcorn e noccioline, chi ha il proprio posto fisso e si innervosisce se un altro spettatore glielo soffia.
C'è chi al cinema va per rilassarsi, chi per provare emozioni forti, chi per evadere, chi per nascondersi.

Non mi capita spesso di farlo, ora, ma il mio modo preferito di andare al cinema è sempre stato quello di entrare a luci già spente, quando il buio in sala è totale - c'è sempre qualche secondo di buio totale prima che appaiano i primi titoli - sedermi in prima fila e essere investito dalle immagini del grande schermo. Dalla prima fila ci si immerge meglio nella storia, le immagini arrivano prima, il vociare del pubblico è lontano, quasi un rumore di fondo.

E' un piacere assoluto, andare al cinematografo, e non c'è impianto home video che tenga.
Il cinema (al cinema) è un'altra cosa.

venerdì 23 novembre 2012

ricordare un paesaggio

Lago Coca, Alpi Orobie, 2108 mt - All rights reserved

"Fotografia per me significa vedere le cose intorno a me o cose nuove o ricordare un paesaggio "

Lorenzo B. (V C)
uno dei giovani partecipanti al laboratorio di fotografia della libreria di via Volta


lunedì 19 novembre 2012

Quello che avrei voluto dirti

Giulia Pellegrino ci ha regalato un'altra poesia, che con piacere pubblichiamo sul blog.
Il testo è anticipato da un commento della giovane autrice.


Carissimi lettori questa volta voglio proporvi una poesia che porta alla luce la bruttissima e difficilissima situazione di una gravidanza indesiderata. Solo parole vuote ed insensate quelle delle persone che non vivono la situazione e giudicano i gesti altrui alla luce del sole. Il gesto dell'aborto non danneggia solo il bambino ma anche la madre trascinandola lentamente nei suoi dubbi e rimorsi.
Con "Quello che avrei voluto dirti" non mi sento in grado di giudicare o condannare nessuna donna, non ne sarei capace, perchè questo gesto seppur freddo e crudele all'apparenza nasconde un profondo dolore indescrivibile ed inspiegabile a parole.


"Quello che avrei voluto dirti"

Mamma
era quello che avrei voluto dirti
prima che di me restasse solo un rimpianto,
prima che il buio inondasse i miei giorni,
prima che i miei respiri soffocassero in un sogno.
Ora di me solo un momento,
forse uno sbaglio
lasciato nel tempo di un pianto. 

Giulia Pellegrino, novembre 2012


Della stessa autrice su questo blog, "Rosa canina"

martedì 13 novembre 2012

Per me la fotografia è...




L'innocenza dei bambini spesso ci obbliga a cambiare il nostro punto di vista, a lasciar cadere sovrastrutture e sofisticazioni per arrivare all'essenziale.
Abbiamo chiesto a degli alunni di quinta elementare coinvolti in un laboratorio di fotografia da noi tenuto e organizzato dalla libreria di via Volta in collaborazione con la Direzione Didattica di Erba, che cos'è per loro la fotografia.

Riorganizzando i pensieri dei bambini emerge un disegno chiaro ed essenziale:

La fotografia è un'immagine (Andrea S.)
La fotografia è un ricordo (Rachele T.)
La fotografia è un'immagine più bella (Fabrizio B.)

Ineccepibile, la fotografia è tutto questo, ma anche altro. I bambini, prima ancora di ascoltare le nostre parole, ci sono arrivati da soli.

La fotografia è una passione dell'uomo (Sara V.)

Per me la fotografia è un'arte (Fawaz)

Passione e Arte, Arte e Passione muovono il fotografo nella costante ricerca della foto perfetta.
Questa è stata la lezione più importante che abbiamo cercato di comunicare ai giovani alunni, oltre alle nozioni tecniche fondamentali.

Forse non tutti i ragazzi metteranno in pratica i nostri insegnamenti, ma è certo che qualcuno di loro ha già l'istinto e la creatività che tutti i fotografi devono avere.

Per me fotografare significa... esprimere le mie idee su quello che mi piace, e su cose un po' strane e fantastiche oppure fotografare i passaggi della mia vita e ammirare i paesaggi di mare, collina. (Margherita G.)

"Esprimere le mie idee su quello che mi piace, e su cose un po' strane e fantastiche...", il fine ultimo è proprio questo, complimenti Margherita.


venerdì 9 novembre 2012

Rosa Canina


Abbiamo pensato a questo blog come un diario di bordo, e diario di bordo vogliamo che sia. In esso è contenuto tutto ciò che a noi più piace, dal caffè mattutino alle nostre fotografie, dai nostri sogni alle espressioni artistiche che ci è dato di approcciare.
Chi ci segue avrà avuto modo di leggere i nostri post su Frida Kahlo, Franco Fasulo, Fabio Concato e altro ancora.
Stasera ho l'immenso piacere di introdurvi Giulia Pellegrino, giovanissima studentessa animata da vena poetica.
Lei scrive poesie davvero meravigliose che ho amato da subito. Calde e tormentate, complesse quanto legittime, intriganti e speranzose, zeppe di passione.
Spero che la lettura di questo suo scritto vi coinvolga come ha coinvolto me, e spero che Giulia ci omaggi ancora di questo suo piacevole talento.
La poesia proposta oggi è preceduta da due righe dell'autrice: buona lettura
Corrado.

Nella poesia "Rosa Canina" il tema cardine è quello della passione giovanile; breve, spontanea ed intensa come lo sbocciare di una rosa in primavera tra le varie spine della vita. L'amore citato , acerbo ma genuino, è prevalentemente utopistico; desiderio comune e assoluto di chi non lo conosce e brama di sperimentarlo e scoprirlo al più presto proiettandosi negli stessi sogni .

"Rosa Canina"

D'oro e d'argento parole d'autunno
lanciate in un caos primordiale.
Parole
abbandonate al caso, al momento
di una circostanza mai perfetta
ma pienamente vissuta.
Bacio tra rose selvagge
nate e fiorite in terre diverse e lontane
unite dalle stesse illusioni.
Uragano di una passione vissuta
sotto i deboli raggi dorati
di un immenso sole di paglia
acceso dalla brama dei sogni.

Giulia Pellegrino. Novembre 2012

mercoledì 7 novembre 2012

"L'elefante e la farfalla"

L'elefante e la farfalla.

Più volte mi ero soffermato davanti ad un suo dipinto e ogni volta avevo deciso di non acquistare un libro che parlasse di lei e delle sue opere.
Solo ultimamente, grazie al libro di J.Berger, Sacche di resistenza, ho capito che non era lei a non interessarmi, ma ero io ad essere molto poco attento alle sue opere e quindi ai suoi messaggi.
Sono stato superficiale, e non vorrei mai esserlo.
Cito di seguito una parte molto interessante del libro di Berger che è quella che mi ha fatto riconsiderare Frida Kahlo come artista e come donna.

"Li chiamavano l'elefante e la farfalla, anche se per suo padre era la Colomba. Quando è morta, più di quarant'anni fa, ha lasciato centocinquanta piccoli dipinti, un terzo dei quali classificati come autoritratti.
Erano Diego Rivera e Frida Kahlo.
Frida Kahlo! Come tutti i nomi leggendari sembra inventato, ma non è così. Quando era in vita è stata una leggenda in Mexico e, nell'ambito di una piccola cerchia di artisti anche a Parigi. Oggi è una leggenda mondiale. La sua storia è stata raccontata spesso e bene, da lei stessa, da Diego e in seguito da molti altri. Vittima infantile della polio, di nuovo atrocemente menomata in un incidente d'autobus, introdotta alla pittura da Diego, la loro passione, il matrimonio, il divorzio, il nuovo matrimonio, la relazione con Trotsky, l'odio per i gringos, l'amputazione della gamba, il probabile suicidio per sfuggire al dolore, la bellezza, la sensualità, l'umorismo, la solitudine. (.....)
Distesa a letto o rannicchiata nella sedia, un pennello minuscolo nella mano con un anello per dito, ricordava quello che aveva sfiorato, quello che era li quando il dolore non c'era. Dipingeva, per esempio, la sensazione del legno lucido del parquet, la consistenza della gomma della sua sedia a rotelle, la lanuggine delle piume di un pulcino o la superficie cristallina di una pietra, come nessun altro. E questa sua abilità discreta (perché era molto discreta) le veniva da ciò che ho definito doppio tatto.: la conseguenza dell'immaginare di star dipingendo sulla propria pelle. (.....)
Frida Kahlo non era un'illusa. Sopra l'ultimo quadro, poco prima di morire, aveva scritto: Viva la Vida."

Diego Rivera e Frida Kahlo




lunedì 5 novembre 2012

"Ti prego, non voltarti..."

So che è l'istinto che mi parla di lei.
La desidero, la cerco, in qualche modo vorrei attirarla.
Non ricordo una sola volta in cui, con la mia macchina fotografica in mano, ho voltato le spalle alla luce.
Senza luce non posso vivere: una luce viva è come ossigeno.
Quando c'è luce la sfida è sempre ardua perché la volontà di averla e l'immagine reale camminano in bilico su un filo sottilissimo.
Bisogna avere dentro quella sensibilità che ti consente di capirla, di soddisfarla, la luce.
Basta un nulla, un soffio, un battito di palpebre e non rimarrà nulla di ciò che bramo.
So che se non ci credo quella foto non l'avrò mai.
Sapete di che foto sto parlando, vero?
È quella foto che anche se chiudete gli occhi riuscite ugualmente a vedere, tanto ne siete invaghiti o perfino innamorati.

Osservo, e so che ci sei. Sei nascosta ma so che sei li.
Già ti vedo, a colori forti e immersa in una realtà fuori fuoco e quasi priva di dettaglio.
L'occhio è allertato, i sensi sono al culmine dell'eccitazione, sto solo aspettando il momento, sperando sia  perfetto.

La mano dello stilista sta per allontanarsi dal volto di lei, e io comincio a respirare piano...piano.
La luce prima semioscurata sta per esplodermi davanti e libererà il rosso selvaggio del cappello e il giallo-arancio della sua pelle soffice.
Un millesimo ancora...uno solo...
Ferma...rimani come sei...

Ti prego...non voltarti proprio adesso!

                            
foto: Corrado Cascone
per Ray Clever Photographers
All Rights Reserved
                             

venerdì 2 novembre 2012

"Occhi come miele. A voi, Debuttanti".


"Occhi come miele".

A voi, Debuttanti.

Ognuno ha la sua storia e ogni storia fa il suo corso.
Io sono uomo di tempeste e di passioni.
Sono fotografo e racconto storie di persone.
Loro popolano il mio universo e, in quanto fotografo, instillano in me
tutto ciò che occhio può trasmettere, ancor più delle parole.

Così il mio bisogno di disordine creativo mi ha portato a incrociare Elvia, grandissima, e il suo Sogno.
Irrazionale per natura non potevo immaginare,
ma nel profondo desideravo tutto ciò che ne seguì.

Siamo cresciuti insieme: Elvia, il Grande Sogno, voi Debuttanti, e me.

Ricordo fresca semplicità e forza irrequieta di ragazze cariche di entusiasmi mai più sopiti.
Ricordo ragazze delicate come fiori di cristallo di Boemia.
Ricordo giovanissime timide come brina in un'alba di marzo.
Vi ricordo tutte, una ad una.

Sono felice di aver respirato con voi l'odore della lacca
e di essere stato abbagliato dalle luci dell'attesa.
Sono orgoglioso di aver fatto il tifo per voi.
Sono felice di aver provato la malinconia che si prova quando l'ultimo accordo di chitarra sta per svanire confondendosi fra voci e baci e flash e lacrime.
Sono felice di essermi svegliato la mattina successiva
e di aver sospirato:"Dio, come vorrei fosse ancora ieri!"
Sono onorato di aver vissuto la vita e le storie del Gran Ballo
e di aver imparato da voi come sia importante vivere per un Grande Sogno.

E sono un privilegiato, perché ho visto ragazze trovare nel Sogno l'amore,
quello vero che le porterà all'altare, splendide principesse ancora una volta,
e per sempre.

In un mondo che sta divorando se stesso
voi incarnate la speranza indomita e sincera.
Perché non siete l'apparire vuoto ma avete il coraggio delle opere di Goya.
Non siete l'omertà ipocrita ma avete in voi l'urlo di Serj Tankian.
Non siete la negatività turbolenta di questo secolo ma siete la materia nobile del vostro stesso abito.
Vi ringrazio tutte, magnifiche ragazze!

Eccoci qua...

…il tuo sguardo si dissolve, parte, ma so che non mi lascerà.
Lo ritroverò a dare vita ad un'immagine.

Occhi come miele.

Corrado.

"Omaggio alle Debuttanti"
Foto: Corrado Cascone
per Ray Clever Photographers